ANTICHI EGIZI, ROMANI, MAYA E AZTECHI: PERCHÉ SONO SCOMPARSI ?
Statue Moai a Ahu Nau Nau sull’Isola di Pasqua, Cile
Cnosso, civiltà micenea,
è il più importante sito archeologico dell’età del
bronzo di Creta.

Sfinge e piramide di Giza, Cairo, Egitto
Teatro etrusco a Volterra, Toscana, Italia
Che fine hanno fatto gli antichi Egizi? E i
Romani?
Perché non ci sono più i Maya o gli Aztechi
e che cosa fa scomparire le civiltà, grandi o
piccole, 
che l’uomo ha creato?
Se vi siete
mai posti una domanda di questo genere, sappiate che avete toccato uno dei
punti più difficili del lavoro degli storici. Capire perché nascano le
civiltà è complicato, ma riuscire a comprendere perché crollino lo è ancora di
più.

A volte succede all’improvviso e a volte è una cosa che avviene addirittura in
centinaia di anni. 

La crescita delle civiltà.
In effetti
“qualcuno ha pensato che le civiltà seguano un ciclo uguale per tutte, che le
porta a un periodo di crescita, fino al massimo della fioritura e poi al crollo
e alla scomparsa. Ma è una visione un po’ troppo meccanica”, racconta Luca Castellin (che ha letto molte cose
su questo argomento e le insegna all’Università Cattolica di Milano).
Allora un grande storico inglese che si chiamava Toynbee ha scritto una
storia delle civiltà in dieci volumi per cercare di spiegare che “le civiltà
progrediscono finché sanno rispondere alle sfide che si trovano davanti e che
possono essere molto diverse: dei nemici, oppure il clima, un ambiente
difficile o favorevole
. Quando invece non sono più capaci di trovare
buone risposte, cominciano a sfiorire”, dice sempre il nostro storico. 

Che cosa successe agli Egizi?
Un’idea che
sembra adatta a spiegare, per esempio, quello che accadde alla civiltà
egizia, che impiegò un tempo lunghissimo a
dissolversi
. Molte volte
nella sua storia sembrava che fosse finita e poi risorgeva e poteva sembrare
destinata a non finire mai. Invece a un certo punto un re persiano che si
chiamava Cambise invase il Paese senza fare nemmeno troppa fatica e lo
trasformò in una provincia del suo impero, perché la
civiltà egizia era ormai esaurita, come un’auto senza
più benzina. Anche se nessuno sa spiegare davvero quale fosse la benzina. 

Gli Egizi: risorti tante volte.
Il bello
della storia dell’
Antico Egitto è che non si riesce mai a saperla tutta. Ci sono così tante dinastie e così tanti periodi diversi che
sembra impossibile di avere a che fare con una sola civiltà
. Da
Cheope, che costruì la prima 
piramide di el-Giza, a Ramsete II passano ben 1200
anni, come da Carlo Magno a noi! L’Antico Egitto si divise molte volte,
attraversò periodi di decadenza e di rinascita, fu invaso da popoli misteriosi
come gli Hycsos e si riprese sempre e durò più di 2500 anni. Dopo le lotte con
i Popoli del mare, alla fine dell’Età del Bronzo, divenne però sempre più
debole. Quando venne conquistato dai Persiani, poi da Alessandro Magno e infine
dai Romani la sua civiltà era già pronta per finire al museo. 

Le civiltà finiscono davvero?
Ma si può
almeno trovare il momento in cui succede che una civiltà finisca? In qualche
caso sì. Si può dire che il 13 agosto del 1521, quando i conquistadores spagnoli
guidati da Hernán Cortés diedero alle fiamme la città di Tenochtitlán, capitale
dell’impero Azteco, fu il giorno che segnò la fine della civiltà azteca
.
Nel giro di appena due anni da quando Cortéz era sbarcato sulle coste del
Messico, il regno del famoso Moctezuma (o Montezuma) era scomparso. “Questo
degli 
Aztechi, come quello degli Inca, è un caso eclatante,
ma piuttosto raro”, sostiene Enrica Salvatori, che la storia la insegna
all’Università di Pisa. “Le civiltà scompaiono in moltissimi
modi diversi, spesso trasformandosi e lasciando tracce nelle civiltà
successive”, aggiunge”.
 E Castellin conferma: “Ogni
civiltà non è mai sola nel mondo e si incontra e scontra con le altre e
continuamente ci sono pezzi di una che passano a un’altra”. Pensate agli Etruschi, che persero le battaglie contro i
Romani e apparentemente furono sconfitti.
 Però avevano una
civiltà così bella e raffinata che molte delle cose che facevano sono diventate
parte della civiltà romana. Persino la corona d’oro dei re, quella che
disegniamo ancora oggi, l’hanno inventata loro!

Isola di Pasqua. La stupidità umana.
L’Isola di Pasqua, sperduta nell’oceano Pacifico, era una
immensa foresta di palme quando ci arrivarono   i primi abitanti. Vivevano bene, erano sempre
di più e così cominciarono a tagliare le piante, per avere terreni da coltivare
e tronchi su cui far rotolare le grandi statue che intagliavano nella pietra,
Moai.
Solo che a
forza di tagliare alberi, l’isola divenne arida e brulla e la popolazione si
ridusse quasi alla fame: a quanto pare per sopravvivere si cibarono dei topi.
Sarebbe stato decisamente meglio pensarci prima.

 

I conquistadores.
Ma torniamo nell’America del 1500. I suoi regni e le sue civiltà finirono così in fretta perché i
conquistadores non solo erano spesso spietati
 (e Cortéz lo era forse più di tutti gli
altri!), ma avevano anche i cavalli, avevano armi più moderne e conoscevano la
polvere da sparo e nessuna delle popolazioni che incontrarono riuscì a resistere
a una superiorità tecnologica così schiacciante. Senza contare che dall’Europa arrivarono pure malattie che quei popoli non avevano
mai visto e che fecero strage anche senza bisogno delle armi.

Dunque la tecnologia è importante per decidere la vittoria e la
sconfitta
. Basta pensare a come, nell’antichità, gli Ittiti
sbaragliassero i nemici solo grazie ai loro carri da guerra più agili e con tre
posti anziché due. Ma non basta. E molti casi lo dimostrano.
Gli Etruschi assorbiti dai Romani.
Se pensate
che gli 
Etruschi fossero toscani, vi sbagliate. Gli Etruschi sono un enigma e non si sa come siano capitati in
Italia. Forse arrivarono attraverso il mare dall’Asia Minore.
 Di
certo si stabilirono un po’ ovunque, dalla Campania all’Emilia Romagna e al
Veneto. Anche Roma è stata etrusca per un certo periodo. Poi però i romani
decisero di cacciare il re etrusco, Tarquinio, dalla loro città. E alla fine si
misero a combatterli e li sconfissero sempre. Così gli Etruschi si misero a
parlare latino e smisero di avere un proprio re in ogni città, ma continuarono
ancora a lungo a costruire tombe sotterranee, gioielli e tante altre cose di
classe. Scomparvero, ma senza mai sparire davvero.
Greci contro i Persiani.
Pensate a ciò
che successe ai 
Greci contro i Persiani: i Greci erano molti di meno e meno organizzati, ma così
determinati che riuscirono a sconfiggere i nemici per ben due volte e così
diedero inizio a un periodo di splendore
, coltivando
 il teatro, la filosofia e inventando la democrazia, costruendo
templi e portando la loro cultura in giro per il Mediterraneo e anche in
Italia. Poi però, a forza di farsi la guerra le une con le altre, le città
greche finirono male e 
Alessandro Magno non fece quasi nessuna fatica a
sconfiggerle. Un po’ come successe all’Egitto contro Cambise.
Le cause del crollo? Più di una.
Di solito,
quando uno storico studia una civiltà, trova molti motivi che l’hanno
indebolita e però ne sceglie uno come principale. Per il crollo della civiltà
Romana, per esempio, c’è chi pensa che abbiano contato di più i barbari e chi
il Cristianesimo, qualcuno pensa che l’impero fosse troppo grande e qualcuno
che a un certo punto, come si dice, gli Antichi Romani non fossero più quelli
di una volt
a. Ma anche il cambiamento del clima può essere un nemico
assai pericoloso. E a volte, come accadde agli abitanti dell’Isola di Pasqua
(vedi il box), una civiltà può persino essere causa della propria rovina senza
saperlo.
La civiltà minoica Mistero fitto!

Uno dei più
grandi misteri della storia è la fine dell’Età del Bronzo, attorno al 1200 avanti Cristo. All’improvviso scompare la 
civiltà minoica di Creta: i suoi splendidi palazzi
vengono abbandonati.
 Molti storici pensano che sia stato per colpa di uno tsunami provocato
dall’esplosione del vulcano di Santorini, un’isola greca che si trova di fronte
a Creta, avvenuta proprio in quel periodo. Ma la cosa strana è che quasi
contemporaneamente crollarono altre civiltà e imperi: in Turchia quello Ittita,
in Mesopotamia, in Siria, e persino l’Egitto cominciò a indebolirsi. C’è chi dà
la colpa ai misteriosi popoli del mare, che sbarcarono un po’ ovunque ma non si
sa bene chi fossero. Chi pensa che c’entri un cambiamento del clima che fece
scarseggiare il cibo. Chi dice che fu colpa dei terremoti. Gli archeologi
continuano a indagare, ma il mistero rimane. 
                                                                       Brevi ricerche 
                                                                       di Giancarlo Bertollini

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