GLI EGIZI

L’Antico Egitto,
civiltà dell’Antico Egitto (altri usano
chiamarla civiltà egizia) è quella civiltà
antica che si è sviluppata lungo la Valle del Nilo tra il 3900 a.C. e il 332
a.C. Si tratta, insieme alle civiltà mesopotamiche (sumeri, assiri, babilonesi)
di una delle prime civiltà di cui la storia ha traccia.

LE 6 DOMANDE CHIAVE PER CAPIRE L’ARGOMENTO 

·   Chi: Antico Egitto (o civiltà dell’Antico Egitto).
·   Cosa: una delle più antiche civiltà umane di cui abbiamo notizia.
·   Come: anche per gli Egizi, come per i Sumeri, è
difficile risalire alle loro origini.
·   Dove: la civiltà dell’Antico Egitto si sviluppò lungo la valle del Nilo (Africa).
·   Quando: dal 3900 a.C. al 332 a.C.
·   Perché: il corso del Nilo consentiva facilità nel trasporto e negli spostamenti;
inoltre, rendeva fertili tutte le terre della valle del Nilo. Queste due circostanze
hanno permesso agli uomini di abitare quelle zone, dando vita alla civiltà
dell’Antico Egitto

BREVE STORIA DELL’ANTICO EGITTO

I primi uomini si stabilirono lungo la Valle
del Nilo circa 120 000 anni fa. Inizialmente, la valle del Nilo era suddivisa
in due territori: il Basso Egitto, che comprendeva l’area nei dintorni del
delta del Nilo e l’Alto Egitto, che comprendeva i territori attraversati dal
Nilo a Sud dell’Egitto.
Non vi era un unico faraone e le popolazioni
del Basso e dell’Alto Egitto erano spesso in guerra tra loro finché, intorno al
3000 a.C., il Re guerriero Meni (o Menes, secondo altre fonti) riuscì ad
unificare l’Egitto, divenendo il primo faraone.

L’IMPORTANZA DEL NILO

Nell’antichità, l’agricoltura era molto diversa
da quella di oggi: non esistevano macchinari a motore né fertilizzanti o
sostanze chimiche utili a concimare la terra e sconfiggere i parassiti. La
coltivazione era possibile solo in presenza di un terreno fertile e di facile
lavorazione.
Il Nilo, grazie alle sue inondazioni, copriva
di limo tutte le aree desertiche circostanti, rendendole facilmente
coltivabili. Il limo era un fango dal colore nerastro dalle incredibili
proprietà fertilizzanti. Ogni anno, in estate
il Nilo inondava i campi e si ritirava in autunno, lasciandoli intrisi d’acqua
e ricoperti di limo:
le condizioni ideali per l’agricoltura.
Lungo le sponde del Nilo era possibile produrre
orzo e grano, gli alimenti principali di cui si nutrivano gli abitanti
dell’Antico Egitto; era possibile coltivare anche i papiri, da cui si
ricavavano fogli simili a carta, ulivi e lino. Fu proprio la presenza del Nilo
a permettere lo sviluppo di una civiltà ricca e prospera come quella
dell’Antico Egitto.

LA SOCIETÀ DELL’ANTICO EGITTO

Con le civiltà dei fiumi (egizi, civiltà
mesopotamiche) assistiamo per la prima volta all’organizzazione degli uomini in
grandi gruppi. Perché questo fosse possibile, erano necessarie regole, leggi e
ruoli sociali molto più complessi rispetto a quelli delle società primitive.
L’Antico Egitto era strutturato secondo una
gerarchia piramidale: al vertice si trovava il faraone, che governava in modo
assoluto ed era considerato una divinità. Sotto di lui, si trovavano i
sacerdoti, gli scribi e i funzionari statali; vi era poi l’esercito seguito dal
popolo. Infine, sul gradino più basso della piramide sociale, vi erano gli
schiavi.

Piramide sociale dell’Antico Egitto:

1.     Faraone
2.     Sacerdoti
3.     Funzionari e scribi
4.     Soldati
5.     Popolo libero
6.     Schiavi

1)      IL FARAONE
Il faraone era la massima autorità nell’Antico Egitto: regnava come sovrano incontrastato e si credeva che fosse
l’incarnazione del dio Horus, figlio di Osiride.
Ogni faraone stabiliva chi sarebbe stato il suo
successore, solitamente scegliendo uno trai i suoi figli.

2)      I SACERDOTI
Il ruolo di sacerdote era particolarmente
importante nell’Antico Egitto. I sacerdoti più importanti avevano enormi
poteri, che si passavano di padre in figlio. Vi erano poi i sacerdoti
minori, che rivestivano la carica di sacerdote solo per un certo periodo.

3)      SCRIBI E
FUNZIONARI DEL FARAONE
Il faraone affidava tutti i compiti
amministrativi (far pagare le tasse, stabilire le leggi e le azioni di governo
da compiere, far rispettare le leggi, etc.) a un gran visir, una sorta di primo
ministro.
Naturalmente, era impossibile per una persona
sola amministrare un intero paese; per questa ragione, il gran visir era aiutato da
numerosi funzionari e dagli scribi,
ovvero coloro che avevano imparato a leggere, scrivere e contare. La scrittura
geroglifica era molto complessa ed erano in pochi a poterla studiare; per
questo, lo scriba era una figura importante e di grande prestigio nell’Antico Egitto.
Gli scribi
erano presenti in tutto il territorio dell’Antico Egitto, dal palazzo del
faraone agli uffici periferici, dove si occupavano di documentare tutto quello
che accadeva.

4)      SOLDATI
L’esercito, nell’Antico Egitto, era ai diretti
comandi del faraone, che nominava i generali. I soldati erano divisi in
arcieri, fanteria e cavalleria, che combatteva a bordo di carri leggeri e
veloci trainati da una coppia di cavalli. Poiché prendevano ordini direttamente
dal faraone, i soldati godevano di un certo prestigio ed erano secondi solo ai
sacerdoti e ai funzionari.

5)      IL POPOLO
La maggior parte della popolazione dell’Antico
Egitto non apparteneva alle caste di cui abbiamo parlato finora, ma erano
contadini, artigiani, commercianti, muratori.
Il popolo era costituito da uomini liberi, che
lavoravano per conto proprio o dello stato. Solitamente stipulavano un
contratto che stabiliva il loro lavoro e quello che avrebbero ricevuto in
cambio. Il popolo egizio era l’equivalente dei nostri lavoratori dipendenti e
dei piccoli imprenditori.

6)      SCHIAVI


Al di sotto di tutti, vi erano gli schiavi.
Questi erano principalmente prigionieri di guerra catturati nel corso delle
guerre e delle incursioni dell’esercito egizio e non avevano diritti né
libertà: erano di proprietà del Re o dei sacerdoti. Venivano impiegati per i
lavori più duri come la costruzione degli edifici monumentali, gli scavi nelle
miniere o il lavoro nei campi. 

                                                      Ricerche di 
                                                      Giancarlo Bertollini

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