Fabio Schiuma alla festa tricolore promossa da Riva Destra |
C’era una comunità di militanti, arrivati da tante parti d’Italia.
C’erano politici attivi nelle istituzioni.
C’era quella miscela che serve per ragionare sul domani di un’Italia che si è appena messa in marcia per il futuro.
Riva Destra e mille emozioni che si provano ogni volta
che le persone si rimettono in moto.
Ieri a Palestrina Fabio Schiuma – tenace protagonista e leader
di una comunità che sta insieme con le proprie forze da oltre vent’anni –
ha radunato un pezzo di centrodestra che da solo
non si riesce a incontrare mai. Ma più che le sigle contano le facce,
le anime, le volontà. Ricostruire dunque; per ridare una missione, ad esempio,
a quanti hanno militato a destra e ora sembrano – sembriamo – farfalle impazzite.
Ognuno di noi si sente chiedere da altri, manco fossimo
nipotini di Lenin: “Che facciamo, con chi stiamo?”. Perché
è prevalso il protagonismo altrui dopo il declino provocato
dalle scelte irresponsabili di Gianfranco Fini e di chi gli faceva da corona e servizio d’ordine.
Quando lasciai An fecero festa; ora li senti dire “che famo”…
Non servono apparati finalizzati alla microtutela del proprio ego; di partiti ce ne sono fin troppi. Meglio, molto meglio,
la formula associativa e comunitaria di quelli di Riva Destra
e del firmamento che è nato. O almeno che ha resistito come loro …
La casa naturale di molti se non di tutti sarebbe Fratelli d’Italia, ma ancora non si vedono politiche di concreta apertura. Sembra prevalere la rendita di posizione, rispettabile, ma fino a quando può durare? Anche qui, c’è voglia di farlo questo partito PER la Nazione?
Il problema della comunità di destra oggi non è più una fiamma nel simbolo (la Lega non ce l’ha e prende lo stesso tanti voti di destra); manca una politica da cui sentirsi rappresentati con gioia e orgoglio di appartenenza.
Se Fratelli d’Italia – o almeno come vorrei facesse – fosse al governo magari ci sarebbero meno timori reverenziali nei confronti di poteri che minano l’azione dell’esecutivo: dal Quirinale all’Europa. Verrà il tempo, speriamo.
Ora c’è la Lega, che con la ruspa più che con il trattore, punta ad abbattere vecchi lacciuoli, ostacoli, nemici: i Soros che campano su Ong e migranti;
i burocrati che godono di tasse e vincoli comunitari dell’Ue;
il progressismo di cartone che si ciba di relativismo;
i manovratori orfani della sinistra al governo.
Ecco, bastano questi contenuti per capire perche’ sono in tensione anime e cuori di questa nostra gente.
Magari Schiuma e tanti altri come lui in giro per comuni
grandi e piccoli paesi riuscissero a creare una rete di attivisti
per la Nazione.
Qui, il problema principale non è solo quello – nobilissimo –
di rifare la destra, che in fondo già c’è e magari fosse un po’
più ambiziosa; ma rifare l’Italia, che ha bisogno di tornare
ad avere più fiducia in se’. Obiettivo a cui non basta Di Maio
con il suo stuolo di personaggi improbabili di cui si circonda.
Un esercito disperso vuole lavorare mentre cerca una guida.
Nel frattempo ci si preoccupi di riorganizzare, rimotivare e rigalvanizzare i soldati, le truppe, il popolo.
Francesco Storace
www.studiostampa.com
Scrivi un commento